


Sentirsi vivi nelle relazioni passa anche attraverso la sensazione di essere desiderati: desiderate dal partner, dagli amici, dalla comunità.
Eppure, a volte, una voce interiore insinua il dubbio “e se non fossi scelta, amata o cercata?”
Questa paura può insinuarsi piano, diventando una presenza costante che erode la sicurezza e mina la spontaneità.
Non riguarda solo la sfera sessuale o sentimentale, ma si riflette anche nelle amicizie, nelle relazioni di lavoro e nel proprio rapporto con il corpo.
Parlare di questa paura richiede delicatezza ma anche concretezza, perché solo nella consapevolezza e nell’azione risiede la possibilità di trasformarla da ostacolo a risorsa.
Molte insicurezze legate al desiderio hanno origini remote. La qualità dell’affetto vissuto nei primi anni di vita, le parole (dette o mancate), le attenzioni ricevute dai genitori o dalle figure di riferimento lasciano delle impronte profonde.
Bambine che si sono sentite poco considerate, sminuite o confrontate con altri, da adulte possono sentire di non meritare attenzione o affetto autentico.
Col tempo, l’ambiente sociale e le esperienze personali rafforzano o mitigano questa sensazione. Il problema non risiede in quanto si è “oggettivamente” desiderabili, ma nella percezione personale coltivata negli anni.
La società trasmette continui messaggi su cosa sia desiderabile: bellezza standardizzata, prestazioni impeccabili, continua performance. In questo clima è difficile non cedere al confronto, temendo di non essere “abbastanza”.
I social network amplificano questo sentire, ponendo filtri e aspettative irrealistiche sulla femminilità e la vita di coppia.
Una relazione conclusa dolorosamente, un tradimento, ma anche il semplice calo di attenzione da parte del partner possono rinforzare la paura di essere trasparenti o facilmente sostituibili.
Spesso la paura cresce se la persona tende a collegare il proprio valore con la capacità di essere scelta o di piacere agli altri.
La paura di non essere desiderata diventa un dialogo interiore negativo: “Non sono abbastanza bella, intelligente, interessante”.
Questa voce interiore condiziona le scelte quotidiane, portando a evitare occasioni di incontro o a non perseguire nuovi obiettivi per timore di non essere accolte.
La paura può tradursi nel bisogno di compiacere, di non contraddire mai gli altri, di mettere sempre in secondo piano le proprie esigenze.
Si teme che esprimendo opinioni diverse o mostrando vulnerabilità si venga allontanate o escluse.
Il primo passo è vedere la paura, darle un nome e accoglierla come parte della propria storia.
Spesso si cerca di nascondere l’insicurezza, ma solo nella luce della consapevolezza essa perde potere.
Ogni donna è il risultato di migliaia di esperienze, nessuna delle quali può definirla in modo definitivo.
Essere desiderata non equivale a valere. Il proprio valore è intrinseco e personale.
Imparare a riconoscere qualità, conquiste, traguardi raggiunti (anche i più semplici) aiuta a ridurre il bisogno di giudizio esterno.
Praticare rituali di gratitudine, scrivere i successi della giornata, guardarsi allo specchio con un occhio nuovo: sono piccoli gesti che aiutano a riscoprirsi.
La voce dentro la testa va educata come faremmo con un’amica.
Sostituire il giudizio con parole di incoraggiamento (“Faccio del mio meglio”, “Merito attenzione per chi sono”) riduce giorno dopo giorno l’ansia di non essere abbastanza.
1. Il diario dell’autostima
Dedicare cinque minuti ogni sera per segnare almeno tre cose di cui si è orgogliose aiuta ad abituare la mente a riconoscere e celebrare se stesse.
2. Smettere di confrontarsi
Ognuna è unica, e ciò che rende desiderabile una persona sono le sfumature imperfette. Spegnere il paragone, almeno qualche ora al giorno, spegne anche la paura.
3. Prendersi cura di sé
Un gesto gentile per il proprio corpo, un hobby coltivato solo per piacere personale, una passeggiata nella natura: tutto questo rafforza il senso di benessere e desiderabilità interna.
4. Imparare a chiedere aiuto
Affidarsi alle persone di fiducia o, se serve, a uno psicologo, permette di approfondire le origini delle proprie paure e acquisire nuovi strumenti per affrontarle.
La paura si alimenta nel silenzio.
Condividere i propri vissuti col partner, senza accusare o lamentarsi, ma spiegando con serenità ciò che si prova, può rendere più forte il legame e costruire una complicità profonda.
Essere desiderata non vuol dire dover sempre essere in forma o “al top”.
È importante vivere la sessualità come uno spazio di gioco, ricerca e complicità, dove ognuno porta le proprie emozioni, fragilità e sogni.
Ogni relazione attraversa alti e bassi, periodi di passione intensa o di calma.
Il desiderio non scompare per sempre: può trasformarsi, cambiare forma, ma non determina la qualità di una relazione.
Se la preoccupazione di non essere mai abbastanza invade ogni aspetto della vita, se i momenti di tristezza sono frequenti o si perde piacere nelle cose, è importante chiedere un supporto psicologico.
Chiedere aiuto non è segno di debolezza, ma di coraggio e amore per sé. Puoi prenotare una prima consulenza con me online o in sede a Trento.
La competizione spesso alimenta la paura di non essere desiderata.
In realtà, creare reti di sostegno e scambio tra donne (amiche, colleghe, sorelle, gruppi di confronto) permette di normalizzare le insicurezze, scoprendo che nessuna è sola in ciò che prova.
1. Perché ho paura di non essere desiderata anche se il mio partner mi ama?
La paura nasce spesso da insicurezze interne, indipendenti dall’amore reale ricevuto: è il riflesso delle nostre storie e della nostra autostima più che l’indice di problemi nella relazione.
2. Come posso lavorare ogni giorno per sentirmi più desiderabile?
Con piccoli gesti quotidiani: prendersi cura di sé, riconoscere i propri valori, evitare il confronto e coltivare la gratitudine per ciò che già si è e si ha.
3. È normale vivere momenti di calo del desiderio nella coppia?
Assolutamente sì. Il desiderio, come ogni emozione, vive di cicli: non bisogna spaventarsi se per certe fasi cala, perché spesso segue cambiamenti nella vita e nello stato d’animo.
4. Quando la paura di non essere desiderata deve preoccupare?
Quando diventa costante, influisce sulle relazioni o porta ad ansia, depressione o isolamento: in questi casi, trovare uno psicologo con cui parlarne è la scelta migliore.
L’essere desiderata non è un traguardo né una condanna.
La paura di non esserlo può diventare l’occasione di rinascita per riscoprire il piacere di riscoprirsi e amarsi, prima di tutto, a prescindere dallo sguardo degli altri.